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introduzione
MIPIA, Modello Italiano di Intervento Precoce e Intensivo nell’Autismo, è il modello sviluppato da IESCUM, Istituto Europeo per lo Studio del Comportamento Umano. L’applicazione di MIPIA è la missione dell’omonima Associazione non profit.

MIPIA, a partire dal 2005, si occupa di interventi basati sui principi dell’Analisi del Comportamento secondo le più recenti ricerche scientifiche (Anagnostou, Zwaigenbaum, Szatmari, 2014; Maurice, Green, & Fox, 2001; Fein et al., 2013; Orinstein et al. 2014).

MIPIA propone interventi basati sull’Analisi Comportamentale Applicata (ABA) rivolti a due fasce di età: MIPIA 0-7 anni e MIPIA 8-18 anni con diagnosi di autismo o disturbo generalizzato dello sviluppo.

MIPIA propone interventi individualizzati grazie ad un’attenta e approfondita valutazione funzionale e tiene conto dei punti di forza e di debolezza di ciascuno. La valutazione delle caratteristiche specifiche di ciascun bambino consente di focalizzarsi sulle aree di abilità deficitarie che necessitano di essere potenziate e sui comportamenti problema che necessitano di essere ridotti.
MIPIA ha l’obiettivo di coinvolgere tutte le figure professionali che si prendono cura del bambino e che si occupano della sua educazione: gli insegnanti, la scuola, il logopedista,  il neuropsichiatra, la psicomotricista con lo scopo di creare una rete di collaborazione intorno alla famiglia.

MIPIA pone un’attenzione particolare ai genitori. I disturbi pervasivi dello sviluppo, tra cui l’autismo, sono disturbi debilitanti non solo per il bambino che ne soffre, ma anche per i suoi genitori. I genitori di bambini con un disturbo dello sviluppo fanno esperienza di alti livelli di stress cronico (DeMyer, 1979; Holroyd, Brown, Wikler, e Simmon, 1975). Le emozioni e i sentimenti che vengono dall’essere genitore di un bambino con autismo metterebbero alla prova chiunque (Blackledge e Hayes, 2006). I genitori tendono a sentirsi responsabili e (purtroppo ancora) colpevolizzati per le condizione dei loro figli.  Le madri di un bambino con una diagnosi di autismo si sentono frustrate, ansiose e tese molto di più e più frequentemente delle madri di bambini a sviluppo tipico (Rodrigue, Morgan e Geffken, 1990) ed entrambi i genitori tendono a sentirsi esausti ed essere pessimisti verso il futuro (DeMyer, 1979; DeMyer e Goldberg, 1983). Date queste osservazioni e dati di ricerca, non è sorprendente trovare tra i genitori di bambini con un disturbo dello sviluppo altamente rappresentati i disturbi depressivi e d’ansia (Breslau e Davis, 1986). Molti ricercatori indicano che molta di questa patologia è “secondaria o reattiva allo stress e ad adattamenti speciali fuori dalla norma” che questi bambini richiedono (Konstantareas, 1990, p. 60). I sentimenti e pensieri difficili affrontati da questi genitori non sono necessariamente esagerati   dato le estreme e incessanti sfide che questi bambini presentano. La ricerca (Blackledge e Hayes, 2006) mostra come da un breve intervento comportamentale sia possibile trarre effettivo beneficio sia a livello di benessere psicologico sia nella messa in pratica di comportamenti per migliorare la propria qualità di vita.